Provenza, oltre la lavanda, una piacevole scoperta

Nel mio immaginario la Provenza era sinonimo di distese viola di campi di lavanda, invece mi sono trovata davanti ad un paesaggio abbastanza diverso da quanto mi aspettavo (anche qui le ragioni economiche stanno pian piano avendo la meglio sulla tradizione, vigne ed oliveti rendono sicuramente di più della lavanda e l’aroma di lavanda costa meno se prodotto con sintesi chimica).

Ma torniamo al viaggio. Ho soggiornato una settimana a Villedieu, un piccolo paesino nella zona del Drôme Provenzale, situata a nord-ovest della regione Provence-Alpes-Côte d’Azur.

Lavorando a Venezia e avendo a che fare tutti i giorni con orde di turisti quello che cerco d’estate è un po’ di pace e serenità e questo è il posto ideale.  Solo a guardare il paesaggio si ha una sensazione di quiete e pacifico relax, la lavanda ha fortunatamente lasciato spazio a magnifiche colline coltivate con vitigni, olivi e alberi da frutto. C’è una perfetta armonia tra i colori: il verde delle coltivazioni contrasta con l’azzurro intenso del cielo e qua e là spunta il colore rosa della terra e delle case (manca solo un po’ di viola!!).

Lungo le strade si incontrano molte “Caves” (cantine), dove si può assaggiare e acquistare dell’ottimo vino; la Provenza è famosa soprattutto per i suoi vini rossi, ma si trovano anche dei vini rosati, bianchi e dolci. Noi siamo andati a fare una degustazione alla cantina “Cave de Rasteau” dove il personale ci ha spiegato la differenza tra il famoso vino Côtes-du-Rhône AOC (Appellation d’Origine Contrôlée) e il Côtes-du-Rhône-Villages AOC (Village contraddistingue, assieme al nome del paese riportato sull’etichetta, un vino di maggior qualità, rispetto la generica AOC). Per maggiori informazioni potete visitare il sito.

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Credits cmichel67 – Flickr

Oltre alle cantine si trovano molte aziende agricole dove si vendono frutta e verdura “Bio”, prevalentemente albicocche e meloni, davvero gustosi. In oltre in questa zona si posso assaporare molti altri prodotti tipici: formaggi di capra, olive nere di Nyon, con le quali si fa anche un eccellente olio di oliva, tartufi, miele, mandorle, castagne…

La cucina provenzale, chiamata anche “cucina del sole”, è una cucina semplice e ricca di piatti a base di verdure che sono caratterizzati da un delizioso olio di oliva e da un mix di erbe aromatiche. Io in particolar modo ho apprezzato la Soupe de pistou (minestra al pesto): minestrone di verdure a base d’olio d’oliva, basilico e aglio; e la Ratatouille: mescolanza di peperoni, zucchine, melanzane, pomodori e cipolle aromatizzata con le erbe provenzali (rosmarino, timo, origano, basilico, salvia, santoreggia, maggiorana, finocchio, menta e fiori di lavanda). Due piatti semplici ma molto gustosi, da provare!!!

Oltre alla natura e all’eno-gastronomia, non si può non parlare della storia. Da questo punto di vista, la Provenza è molto simile all’Italia; basti pensare alla dominazione romana, allo sviluppo del Cristianesimo (non si può non citare il Palazzo dei Papi ad Avignone) e ai contatti con la Repubblica di Genova e gli altri stati italiani che hanno lasciato molte influenze. Ho visitato molti piccoli borghi con castelli medievali che dominano le colline, e passeggiando per le strette stradine si ha un po’ la sensazione di essere in un qualche paesino del centro Italia.

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Credits mon_oeil – Flickr

Vaison-La-Romanine, che ha ottenuto il titolo di città d’arte: sulla cima di una collina rocciosa si trova la “Città Alta”, villaggio medievale con i resti del castello dei Conti di Tolosa dal quale si gode uno splendido panorama sulla città e sulle colline circostanti, mentre scendendo, una volta attraversato l’antico ponte del I secolo, ci si trova nel villaggio moderno, dove si possono visitare le rovine di una villa romana. Una cosa che mi ha colpito molto in questo borghi sono le piazze che spesso sono ornate da maestosi alberi secolari, sotto i quali si trovano i tavoli di bar e bistrot, dove si può riposare all’ombra durante una giornata di sole oppure cenare in una magnifica cornice.

Per gli amanti come me della montagna, in questa zona della Provenza si posso fare delle bellissime escursioni sul Mont Ventoux che è un massiccio solitario (1912 m) immerso nel clima mediterraneo per cui presenta una flora ed una fauna assai ricche e particolari; oppure alla Dentelles de Montmirail, un gruppo di montagne di origine calcarea, che ha preso questo nome perché l’erosione ha modellato le creste fino a farle sembrare un merletto (in francese Dentelle).

E’ stata proprio una magnifica vacanza ristoratrice all’insegna della natura, della buona cucina e della cultura.

Foto header credits Borghy52 – Flickr

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5 Comments

  1. 1984… il mio primo viaggio senza mamma e papà… 1 settimana in Provenza e Vaucluse! Me la ricordo ancora come una fuga… ero poco più di un bambino che imparava a non fare i capricci quando il cibo sul piatto non era quello a cui ero abituato: sopravvivenza più che curiosità!

    1. says: Valentina

      Io quasi tutti i viaggi “di famiglia” me li ricordo come sopravvivenza più che come viaggi veri e propri, soprattutto quelli fatti durante l’adolescenza, quando piuttosto che partire con i genitori preferivo starne e a casa e uscire con gli amici… 🙂

        1. says: Valentina

          Ops non avevo capito… :p Cmq hai fatto una bella evoluzione: dall’avversione iniziale per la cucina francese e ciò che non era italiano, ad oggi che sei a Bangkok a mangiare cucina orientale… Come si cambia con il tempo!:) non credi?

  2. says: Luciano

    L’ultimo viaggio con mia moglie prima dell’arrivo della bimba, tutto organizzato per ammirare i campi di lavanda, ma quando siamo arrivati avevano appena fatto il raccolto, solo qualche ciuffo viola qua e là.. Splendide le foto!

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