L’Osteria senz’Oste ed un cuore perso tra le colline del Prosecco

osteria senz'oste

Portatemi tra le colline venete in una giornata di sole, mettetemi lì un buon bicchiere di Prosecco e lasciatemi ad ammirare i filari di vite allineati come tesserine del domino. Io così sono in pace con il mondo.
Tra quelle colline baciate dal sole c’è un posto che è anche un simbolo: l’Osteria senz’Oste, e – dopo esserci finalmente stata – sono felice di poter dare spazio a questo posticino nel mio blog.

Cos’è l’Osteria senz’Oste e come funziona

L’Osteria senz’Oste la conoscono tutti in zona ma c’è da dire che si è fatta un nome anche fuori regione: non è solo una casupola in mezzo alle colline dove si produce il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, è anche un posto in cui trovare momenti di pace, perfetta per una scampagnata in compagnia ed è anche un simbolo di convivialità e di fiducia nel prossimo.

L’idea è nata da un signore della zona proprietario di un vecchio casolare immerso tra i filari del Cartizze, lì nei giorni di festa si ritrovava con amici e parenti a mangiare, bere e chiacchierare. Succedeva che, anche quando lui non c’era, amici e conoscenti passavano di lì e non trovandolo lasciavano biglietti nei quali si lamentavano con lui di “rimanere a bocca asciutta”.

Allora lui che ha fatto? Ha iniziato a lasciare una bottiglia di Prosecco con dei bicchieri, un salame, una sopressa… Indicandone il prezzo così che le persone di passaggio avrebbero potuto fare una sosta piacevole e ristorativa (e anche lasciare una somma pari al valore di ciò che consumavano).

osteria senz'oste

Da lì la notizia si è sparsa di bocca in bocca e non solo amici e conoscenti hanno preso l’Osteria senz’Oste come punto di riferimento, ma chiunque fosse di passaggio, di ogni nazionalità e provenienza (la storia dell’Osteria raccontata dall’Oste che non c’è la trovi sul sito ufficiale).

Ma come funziona nella pratica l’Osteria senz’Oste?

All’interno del casolare ci sono un focolare e qualche tavolino, dei frigoriferi contenenti sopresse, salami e altri salumi sottovuoto, e poi pezzi di formaggio, uova sode, pane, Bibanesi e dolcetti vari. Ogni prodotto ha scritto il suo valore economico (in doppia lingua: italiano e veneto – per esempio dieci Euro/diese schei).

osteria senz'oste

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Ma per pagare? Visto che l’oste non c’è ci sono un registratore di cassa (per gli scontrini) e una cassa automatica dove ciascuno può digitare il valore della merce acquistata e inserire il denaro corrispondente. Tutto da soli. Sta all’onestà del singolo pagare il giusto valore corrispondente al cibo preso.
Per questo l’Osteria senz’Oste piace: si basa sull’onestà delle persone e sulla fiducia dell’oste nei confronti degli sconosciuti di passaggio.

Anche all’esterno ci sono sedie e tavolini e più su sulla collina un distributore automatico contenente bottiglie di Prosecco e Cartizze (arrivate con spiccioli perché non dà il resto).

Un pic nic tra i filari all’Osteria senz’Oste

Era da tanto che volevamo andarci e finalmente l’occasione ce la siamo creata durante il nostro viaggetto in camper di Pasqua a spasso per il Veneto.

L’osteria si trova lungo la strada collinare che scivola sinuosa tra i filari di vino nella piccola località di Santo Stefano. Una stradina secondaria che costeggia case, filari ed aziende agricole porta al casolare, qualche indizio al visitatore viene dato con cartelli scritti a mano lasciati agli angoli delle strade.

osteria senz'oste

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La prima cosa che ci ha incantati arrivati all’Osteria senz’Oste è la vista meravigliosa: da un terrazzamento lo sguardo si perde sui filari e sulle colline che in lontananza si addolciscono sempre più diventando tutt’uno con la pianura.

Poi la curiosità ha fatto da padrona e siamo entrati nel casolare: uno spazio piccino ed estremamente rustico con qualche tavolo e sedia (giusto un paio, quel che lo spazio concede), tantissimi biglietti e messaggi alle pareti (cercate bene che da oggi c’è anche Diarioinviaggio) ed un forte odore di affumicato dato dal focolare acceso dove ardeva qualche legno.

osteria senz'oste

osteria senz'oste

Io dopo una prima occhiata non mi sono trattenuta ed ho iniziato ad aprire credenze e portelline come se fossi a casa mia esplorandone il contenuto. Poi siamo tornati all’esterno ad esplorare i dintorni: un pergolato con tavolini e, più in sù, lo spiazzo tra le viti dove qualcuno giunto prima di noi stava già pasteggiando e brindando seduto su sedie spaiate e tavoli pieni di briciole.

osteria senz'oste

Abbiamo individuato la location migliore per i nostri gusti, abbiamo preso una bella pagnotta, una sopressa e una bottiglia di Cartizze e ci siamo seduti sotto il sole di fine marzo ingollando un Prosecco che così buono non ne avevamo mai bevuto e addentando un panino con la sopressa che si scioglieva in bocca, immersi nel silenzio rotto solo dalle voci degli altri visitatori dell’Osteria.

Il paradiso per noi, ma anche per Lola che nel frattempo aveva aspirato tutte le briciole trovate sulla sua strada fino a quel momento.

Tra la temperatura primaverile, il panorama oggettivamente ispirevole, le gambe e la testa appesantite dal Cartizze… non volevamo più lasciare quel luogo.

osteria senz'oste

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Dopo un paio di ore di ozio puro abbiamo lasciato il nostro tavolo zigzagando giù per la collina e tornando al nostro camper che ci attendeva dove l’avevamo lasciato (non senza prima fare una sosta alla cantina più vicina per acquistare una scorta di buon Prosecco da portare a casa!).

Non so perché, ma sento che questa è solo la prima di una lunga serie di visite all’Osteria.

Informazioni utili

Lungo la stradina laterale che conduce all’Osteria senz’Oste ci sono dei parcheggi per le auto, ma sono limitati. Meglio parcheggiare lungo la strada principale che offre degli spiazzi particolarmente adatti soprattutto a chi arriva con mezzi un po’ ingombranti, come i camper (in camper evitate di addentrarvi nella stradina secondaria visto che è estremamente stretta e ha pochi spazi di manovra).

E’ possibile portare il necessario per un pic nic (dalle coperte per stendersi a terra a bevande e cibo) ed integrare con una bottiglia o un salume preso in osteria.

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